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L’esperienza del grande gruppo Evolution guidata dal coreografo Sandro Guerra

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Siamo felici di poter incontrare in questa intervista il Grande Gruppo Evolution, che da alcuni anni è ai vertici della classifica nazionale con tre classificazioni consecutive, nelle ultime stagioni, ai campionati europei.

● Come è nato il vostro gruppo e qual è stato in questi anni il vostro percorso? Come avete vissuto i vostri primi successi e le vostre competizioni internazionali? Con che spirito entrate in pista quando gareggiate o vi esibite? Qual è il motore che vi spinge?

EVOLUTION — Dopo il successo ottenuto con la formazione del Piccolo Gruppo, abbiamo voluto riproporre il progetto Evolution, questa volta come Grande Gruppo, sempre guidati dalle nostre allenatrici Marisa Sar, Marina Micelli e dal coreografo pluricampione Sandro Guerra. Nato ufficialmente il 1° Giugno 2014, il primo anno per l’Evolution è stato decisamente una sfida. Il lavoro dietro era molto ma, forse la poca esperienza e la nuova formazione, ci hanno portato a classificarci quinti ai Campionati Nazionali nel 2015, perdendo così l’accesso alle gare internazionali. Non ci siamo persi d’animo, e con ancora più impegno e determinazione, siamo riusciti negli anni successivi ad accedere sempre alle competizioni in ambito europeo, per noi un risultato mai scontato e che ci rende orgogliosi. Il nostro primo europeo (Matosinhos, 2016) avrà sempre un posto speciale nel nostro cuore, ma possiamo dire che ogni gara porta con sé emozioni sempre nuove e forti, in particolare per i legami che si creano fuori dalla pista, anche con le squadre “avversarie”.

Ogni anno di fatto entriamo in pista con un bagaglio sempre più grande e importante, che ci rende consapevoli di chi siamo e che cosa vogliamo ottenere dalla nostra esibizione. Il motore che ci spinge è sicuramente il gruppo: la forza e l’energia che ognuno di noi dà all’altro sono fondamentali per poter esibirci al massimo, contando sul supporto dei compagni di squadra.

● Come nasce una vostra coreografia? Che percorso segue il vostro processo creativo con il coreografo, come si articola? In particolare, come è nata la coreografia di quest’anno e qual è il messaggio che volete portare al pubblico? Sentite che la scelta del tema e del messaggio abbia una valenza anche sociale?

EVOLUTION — Nella quasi totalità dei casi il nostro coreografo Sandro Guerra parte con un’idea, delle immagini o una musica. Da lì incomincia tutto un processo creativo dove ogni componente del gruppo è coinvolto: la nostra filosofia è che ogni opinione conta, e da una idea ne nasce un’altra, e così via. Una volta messo “su carta” quello che vuole essere il messaggio, la storia o l’immagine che vogliamo regalare allo spettatore, arriva il momento di trasportare il tutto su pista, con la costruzione della coreografia. Noi possiamo dire di avere la fortuna ed il privilegio di essere guidati in questo processo da Sandro, un maestro nel saper trasformare la musica in movimenti e/o schemi di gruppo. Ciò che abbiamo comunque imparato in questi anni è quanto il nostro contributo durante l’allenamento sia fondamentale nella riuscita e nella costruzione di una coreografia.

La coreografia di quest’anno, dal titolo “Crystallized”, è nata con l’intenzione di mostrare un lato più tecnico e se vogliamo “aggressivo” del gruppo, dopo i toni dolci e scherzosi di “Little Italy”: abbandonate quindi maschere e burattini, ci siamo buttati in questo mondo all’apparenza freddo e buio, ma che nasconde un’infinità di colori e luce. L’obbiettivo a livello coreografico era quello di mostrare tutte le fasi di cristalizzazione, ovvero, citando le parole di presentazione del disco, “la caotica trasformazione degli elementi naturali in forme strutturalmente perfette”. Indipendentemente dalla natura se vogliamo “scientifica” del pezzo, ci piace pensare che chiunque possa interpretare la coreografia come meglio pensi, magari identificandosi nella pietra che dal nulla riesce alla fine a brillare di luce propria.

● Esiste e se si qual è la relazione tra forma e contenuto?

EVOLUTION — Da sempre riteniamo che il compito di ogni pattinatore, indipendentemente dalla specialità di appartenenza, sia quello di “rappresentare” la musica attraverso movimenti appropriati. Per la specialità gruppo spettacolo poi, questo è un concetto che deve stare alla base per poter portare in scena uno spettacolo non solo credibile, ma anche di intrattenimento. I movimenti di braccia e di corpo, l’espressività, ma anche gli schemi di gruppo, vanno montati non solo in base al livello tecnico del gruppo, ma anche tenendo bene in mente il messaggio e il contenuto che il gruppo e il coreografo vogliono comunicare al pubblico. Noi ad esempio facciamo sempre un’attenta ricerca tramite immagini e video, anche di altre discipline, per poter trovare modi sempre originali e particolari di comunicare col corpo.

● Che cosa significa per voi capacità e ricerca della qualità interpretativa di una coreografia? Come lavora il vostro gruppo per sviluppare le qualità comunicative ed espressive richieste in questa disciplina marcatamente artistica? Si tratta per voi di un lavoro individuale o di gruppo?

EVOLUTION — Quello che abbiamo imparato in questi anni è che molte volte più che cosa si rappresenta, è il come a fare la differenza: il movimento più semplice e comune può contenere mille sfumature al suo interno, regalando per ognuna di esse un’emozione diversa. Il nostro obbiettivo come (grande) gruppo è quello di raggiungere la sincronizzazione massima, dando l’idea di unisono, senza però perdere la personalità di ogni componente del gruppo, il quale deve aggiungere “il suo” in ogni singolo elemento della coreografia. In fin dei conti la forza del gruppo è proprio questa: tante energie, una più diversa dall’altra, che unite ne formano una sola.

● Cosa pensate del progetto artSKATERS? Cosa potrebbe portare al gruppo e al pattinaggio spettacolo un training specificatamente dedicato allo sviluppo del potenziale di interpretazione espressiva artistica basato sull’espansione esperienziale del potenziale individuale e soprattutto sulla coordinazione dello stesso all’interno di un processo più ampio e di una dinamica di team building?

EVOLUTION — Personalmente troviamo che il progetto da voi proposto non solo sia molto stimolante, ma possa essere di enorme aiuto per tutti i gruppi spettacolo. Come dicevamo prima, la forza del gruppo risiede nella forza dei singoli componenti, per cui è davvero importante poter iniziare un percorso di crescita artistica atta a poter rendere al meglio la proposta coreografica di ogni team. Per fortuna il livello dei gruppi spettacolo migliora e cresce di qualità di anno in anno: il vostro progetto di training è quindi il giusto mezzo con cui qualsiasi gruppo può “stare al passo” con le nuove esigenze non solo tecniche, ma soprattutto artistiche.

● Il training di artSKATERS lavora e ricerca sulle attitudini di Presenza e Consapevolezza, sul Team building e sul concetto di identità, ottenendo come risultato un potenziamento delle qualità espressive e interpretative. Cosa significano per voi presenza e consapevolezza? Sentite che Presenza e Consapevolezza siano attitudini utili da sviluppare per gli atleti di un gruppo di pattinaggio spettacolo? Condividete la nostra visione in questo senso? Cosa vi frena o vi stimola dal fare o no una esperienza in questo senso?

EVOLUTION — Per quanto Presenza e Consapevolezza siano, a nostro parere, due elementi fondamentali ed alla base del pattinaggio spettacolo, riteniamo che essi vadano sviluppati ed allenati costantemente. È davvero difficile riuscire a spiegare a parole due concetti così importanti per la nostra disciplina: che cosa intendiamo effettivamente per “essere presenti e consapevoli”? Volendo, potremmo dividere il tutto in due sfere, basandoci sulla nostra esperienza: da una parte c’è la presenza più fisica, quella che sviluppi in allenamento ripetendo più volte i movimenti, le posture, diventando sempre più controllore del tuo corpo; dall’altra, invece, troviamo la consapevolezza di quello che si sta facendo, del perché lo si sta facendo in quel determinato modo, e di cosa voglio comunicare allo spettatore. Una volta combinati questi due aspetti, il singolo individuo all’interno del gruppo non è più solo atleta, ma diventa di fatto performer. Condividiamo dunque la vostra visione in merito.

● Ci piace chiamare il gruppo Team, ovvero un sistema ed un insieme armonico, che è più della somma delle sue parti, e in cui ogni individuo possa portarsi in tutta la sua unicità e ricchezza partecipando e contribuendo ad andare in una direzione condivisa e con obiettivi comuni. Riteniamo che questo aspetto abbia una valenza oltre che etica anche educativa. Cosa ne pensate? Come descrivereste il vostro gruppo? Fate lavoro di team building, e come? Pensate che lavorare sul Team building sia utile?

EVOLUTION — Il lavoro di Team Building è per noi un elemento essenziale della nostra crescita come atleti e come gruppo, il quale può lavorare bene solo se unito e

coeso, indirizzato sullo stesso obbiettivo. I modi per poter lavorare sullo “spirito di gruppo” sono molti: in pista ad esempio è molto utile la visualizzazione della coreografia ad occhi chiusi tenendosi per mano; il lavoro vero è però quello che si fa fuori, andando a farsi una bicchierata insieme, organizzando cene ed attività extra, le quali aiutano a rafforzare i legami personali all’interno del team.

Alla base di un buon gruppo c’è sicuramente il dialogo e il confronto. Non nascondiamo che i momenti “no” e di difficoltà ci sono stati anche nel nostro percorso (e siamo sicuri anche in quello dei nostri colleghi) e il modo migliore per affrontarli nel nostro caso è stato sedersi in pista e parlarne, condividendo e rispettando le opinioni di ognuno, cercando poi di arrivare ad un punto di incontro. A volte è stato facile, altre un po’ meno, ma in tutti i casi sono state occasioni per crescere e rafforzarsi, anche perché abbiamo più volte constatato come un gruppo che vive bene insieme, rende al meglio la coreografia durante l’esibizione.

● Un altro aspetto essenziale su cui ci piace portare l’attenzione è quello di identità, strettamente connesso a quello di responsabilità dei contenuti che si portano. Pensiamo che il pattinaggio offra un prezioso contenitore che può costituire una cassa di risonanza per veicolare messaggi di senso, e valori. Sentite utile e significativo che ogni gruppo faccia una ricerca in questo senso per comprendere CHI si è, COSA si vuole comunicare e COME? Dove vi trovate rispetto a questo percorso?

EVOLUTION — Il processo di identità di un gruppo come il nostro non ha mai fine, per questo è davvero difficile saper dire a che punto siamo. Alla base del nostro percorso di crescita c’è sempre stato il non porsi mai dei limiti, fossero questi più tecnici o riguardo ciò che vogliamo rappresentare: nel corso di questi quattro anni abbiamo spaziato a livello di temi, con l’obbiettivo principale di intrattenere e fare spettacolo, punti che secondo noi stanno alla base della nostra disciplina dei gruppi show. Ad ogni coreografia però, abbiamo voluto donare un’interpretazione più profonda, che andasse oltre il mero spettacolo: siamo infatti coscienti della possibilità che abbiamo di poter esprimere in danza messaggi e valori importanti. Aldilà poi dell’esibizione, come gruppo ci teniamo a far passare un messaggio di amore per lo sport e la disciplina, partendo dal rispetto e supporto dei nostri colleghi, avversari solo dentro la pista.

● Un’ultima domanda…cosa significa per voi il pattinaggio spettacolo? Cosa vorreste suggerire e augurare a tutti i pattinatori e pattinatrici di questa disciplina?

EVOLUTION — Per noi pattinaggio spettacolo è espressione, divertimento, disciplina e continua evoluzione. E’ senz’altro sacrificio, tanto sacrificio, che viene però sempre ripagato in quei cinque minuti in pista di pura emozione e magia. Proprio quest’anno, al ritorno dal campionato europeo in Spagna, si parlava di come, nonostante le mille ore di allenamenti, le nottate passate ad attaccare strass e le 20 ore di viaggio in corriera, tutti noi ci considerassimo fortunati di poter vivere esperienze come questa: nessun rimpianto, solo tanti bei ricordi.

A tutti i pattinatori di questa disciplina auguriamo di non smettere mai di provare quelle emozioni che solo il pattinaggio sa regalare. Il consiglio che diamo è poi quello di non porsi mai dei limiti, ma anzi, di continuare a voler conoscere lati di sé stessi nuovi ed inesplorati, senza alcuna paura e vergogna.

Ringraziamo il Grande Gruppo EVOLUTION per avere condiviso con noi il loro punto di vista e la loro esperienza sportiva artistica in particolare ci uniamo al loro augurio e suggerimento di alimentare il coraggio ed il desiderio di conoscere se stessi sempre più a fondo nella consapevolezza di essere in un percorso forse non così dissimile da un processo in Natura, dove l’apparente caotica trasformazione degli elementi origina “forme strutturalmente perfette”.

Articolo scritto in collaborazione con Diana e Davide di
www.artskaters.com 
Fb e Ig @artskaters

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