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Lo studio delle emozioni e delle espressioni in Silence – Renovatio #Lleida2018

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silence renovatio skate

A seguito del Campionato Italiano e a ridosso ormai del Campionato Europeo,
abbiamo l’occasione di intervistare RENOVATIO, un gruppo che da dieci anni
primeggia nella categoria Piccoli Gruppi avendo anche rappresentato l’Italia in
numerosi campionati europei e mondiali e che si è contraddistinto negli anni
attraverso un lavoro di ricerca non solo estetica ma anche di contenuto e qualità del
messaggio portato, attraverso lo studio delle emozioni e loro espressione.

Qual è il vostro punto di vista rispetto al momento attuale per la disciplina dei gruppi
show? Quali sono state le novità, quali i punti di forza e i punti deboli del
campionato italiano?

Abbiamo visto molti gruppi impegnati a migliorare il livello tecnico sia di tecnica individuale
che di gruppo, abbiamo visto molta velocità e tutti questi miglioramenti sono dei chiari
indicatori di una disciplina in continua crescita.
Alcuni si sono impegnati e distinti dal punto di vista artistico. Fattore che ci sta
particolarmente a cuore.
In particolare nei piccoli gruppi abbiamo visto primeggiare temi più profondi rispetto al
passato, più rischiosi e facilmente criticabili a volte, ma molto più vicini a ciò che per noi è
l’arte: un mezzo di comunicazione.
Questi cambiamenti sono di sicuro un’influenza della roll art che entrerà presto in vigore e
questo ci entusiasma e ci ricorda quanto è importante darsi da fare.
Abbiamo ancora tutti allenatori, atleti e coreografi tanto lavoro davanti per portare il
pattinaggio ad esprimersi in modo completo. Noi siamo felici di metterci in gioco!

 Renovatio ha portato quest’anno un tema sicuramente attuale e in chiave molto
particolare con la coreografia Silence. Come avete accolto inizialmente la proposta
di Massimo, come si è sviluppata la coreografia e quanto la sentite “Vostra” nel
messaggio che porta?

All’inizio, la proposta di Massimo è stata spiazzante. Stavamo lavorando ad un’altra
coreografia, ad un altro tema e l’idea di cambiare completamente non l’avevamo
nemmeno presa in considerazione. Poi, lui ci ha fatto ascoltare una musica nuova, diversa
da tutto ciò che avevamo ascoltato fino a quel momento. È stato illuminante. Qualcosa di
trascinante, di misterioso quasi. Il vecchio progetto è stato abbandonato ed è nato il lavoro
di quest’anno. “Silence” è un’allegoria perfetta del mondo di oggi, pieno di frenesia, di
caos e con pochissimo spazio per la tranquillità, la pace, la riflessione. È una coreografia
sulla necessità di fermarsi, ogni tanto, a contemplare ciò che ci portiamo dentro. In pista,
la musica cresce piano piano, fino a diventare quasi insopportabile. Poi, arriva il silenzio ed
è come una specie di dono inaspettato. Magicamente, ti accorgi che tutto ciò che viene
dopo la quiete ha un altro senso, un altro sapore. Forse, il silenzio serve proprio a questo:
a ricordarci che la vita, con tutti i suoi suoni, è un dono da aspettare. In silenzio,
naturalmente.

Cos’è l’espressività e quanto conta nel pattinaggio spettacolo? Come può un artista
pattinatore crescere nelle sue qualità artistico espressive?

L’espressività, assieme alla musica e ai movimenti che facciamo sui pattini, è ciò che ci
permette di comunicare un messaggio e coinvolgere chi ci guarda. Nel pattinaggio è, a
nostro avviso, fondamentale, perché rappresenta la chiave di lettura di una coreografia,
che la rende comprensibile anche a chi non pratica questo sport e non ne conosce gli
aspetti più tecnici, e ovviamente permette a noi di esprimere le nostre emozioni affinché la
coreografia non si limiti ad essere una serie di passi e movimenti sulla musica, ma, ci piace
pensare, lasci qualcosa a chi ci guarda e soprattutto a noi. Nella nostra esperienza con
artSKATERS abbiamo imparato che per coinvolgere chi ci guarda è fondamentale che
l’emozione che vogliamo trasmettere sia autentica e che arrivi dal profondo, e per fare
questo è necessario, iniziare a sentire in modo consapevole, ed imparare a riconoscere e
comprendere ciò che proviamo.

 Cos’è il training di artSKATERS, e come vi siete sentiti in questo lavoro? Quali sono
state le sfide e quali i benefici che avete incontrato?

Il training di artSKATERS è un percorso mirato a formare atleti-artisti dotati di chiarezza
comunicativa, ricchezza espressiva, consapevolezza e presenza emotiva. Per lavorare su
tali obiettivi ci siamo adoperati soprattutto in campi di ricerca ed esperienza corporea
come la bioenergetica, il teatro, la recitazione fisica, a noi totalmente estranea, e la danza,
per la maggior parte del tempo attraverso improvvisazioni.
Il lavoro è molto più duro e profondo di quanto possa sembrare dal momento che la
comunicazione, l’espressività di cui si parla vuole essere autentica, sincera, ‘sentita’,
dovuta ad emozioni vere, e per questo vive nel momento della performance.
Ecco allora che ognuno di noi deve andare oltre i limiti che si è imposto, deve superare
quelle barriere difensive che si è costruito nella vita per non svelarsi completamente.
Ci siamo sentiti molto in difficoltà all’inizio. E’ stato come mettersi a nudo. Allo stesso
tempo era molto bello percepire l’impegno di tutto il gruppo. Ci siamo uniti molto, ci siamo
conosciuti meglio… forse di più in queste ore passate insieme ad esplorare le emozioni
rispetto a tante ore passate in pista ad allenarsi.
Abbiamo fatto esperienza di ascolto di sé, riconoscendo quali emozioni frequentiamo di
più, quali rifuggiamo, quali nascondiamo, quali non gestiamo per poter accoglierle ed
offrire all’altro.
Ci siamo armonizzati tra noi, ci siamo confrontati sulla percezione della coreografia di gara
e su ciò che ognuno di noi sentiva, creando uno scenario unico da portare durare la
performance.
Questa armonia e questa unione ha fortificato ancora di più la nostra identità, il significato
che ha per noi indossare i pattini e scendere in pista. Qual è il ruolo di cui ci vestiamo.
L’identità è un punto molto importante per Renovatio… Forse uno dei più importanti. E’ ciò
che ci da la forza di andare avanti anche su una strada più dura di altre, ciò che ci da
l’entusiasmo ad ogni allenamento, che ci restituisce energia dopo le delusioni e che ci
riempie di gioia ad ogni successo… anche i più piccoli.

Come dovrebbe essere il pattinaggio spettacolo nella sua più alta espressione?
Cosa potrebbe far evolvere questa disciplina ad un nuovo livello artistico ed
espressivo?

La “vision” che abbiamo da sempre del pattinaggio a rotelle è di una forma d’arte come la
danza, la pittura, la scultura, la musica, la poesia.
Sentiamo nel cuore che lo scorrere delle ruote, assieme al movimento del corpo,
all’espressività dei gesti può essere un gesto altamente comunicativo.
Da tale punto di partenza possiamo condividere che ci piacerebbe che il pattinaggio
spettacolo ambisse a trattare temi impegnati, ma con la stessa delicatezza della Poesia;
rifiutando l’eccessiva immediatezza comunicativa, tanto di successo quanto banale. Ci
piacerebbe che le coreografie si sforzassero di intervenire criticamente sui problemi del
quotidiano, offrendo agli spettatori spunti di riflessione da sviluppare individualmente. Al
contempo, la nostra disciplina dovrebbe scandagliare l’animo umano nelle sue più sottili
sfumature, declinando i virtuosismi tecnici in funzione del messaggio che si vuole
esprimere e, soprattutto, condividere.
Dovremmo ampliare i nostri pubblici e “palcoscenici”, ma per farlo riteniamo necessario
investire seriamente sulle nostre abilità espressivo-comunicative e sulla nostra formazione
artistica; vale la pena intraprendere una ricerca in profondità in questa direzione, per
restituire a chi sceglie di fruire delle nostre coreografie messaggi efficaci eppure mai
scontati, mai definiti una volta per sempre. Soprattutto, crediamo che il pattinaggio
dovrebbe dialogare costantemente con le arti visive e la letteratura, screditando l’opinione
diffusa (che tuttavia spesso non vogliamo riconoscere) che legge nella nostra arte uno
sport eccentrico, persino kitsch, che bada molto all’apparenza e poco alla sostanza.
Dovremmo liberarci dall’ossessione di superare gli altri, puntando piuttosto a superare noi
stessi; lavorando tutti (atleti-artisti, allenatori e coreografi) nella stessa direzione, siamo
convinti potremmo, come ricorda Caparezza – che ci piace citare perché tanto importante
nello studio della nostra coreografia 2018 – «superare il concetto stesso di superamento».
E, finalmente, «stare [davvero!] bene».

Cosa vi aspettate e proponete per questo evento internazionale? Con quali
intenzioni e quali emozioni entrerete in pista?

Il campionato europeo è sicuramente una vetrina importante. Tutte le volte che possiamo
allargare i nostri lavori ad un grande pubblico, sentiamo di fare qualcosa che va oltre noi
stessi.
La stessa gara è un momento creativo che avviene ASSIEME al pubblico, non PER il
pubblico. Certamente lavoriamo tutto l’anno sulla tecnica. Eppure in quel momento ci impegniamo
ad eseguirla come se essa non esistesse, l’intenzione quindi é quella di riuscire a
coinvolgere il pubblico, farlo immedesimare e magari farlo anche riflettere: Silence è un
tema che sentiamo molto. Particolarmente adatto a questo momento storico. Speriamo di
arrivare al cuore ma anche alla testa di tante persone.
Le emozioni sono quindi tante. Tutte le emozioni che raccontano la nostra coreografia ma
anche tutte quelle che ci chiamano da fuori… la tensione, la preoccupazione, la
responsabilità (qualcuno di noi pattina per il primo anno con Renovatio). La nostra
intenzione è lasciare spazio alle prime con l’aggiunta di tanta determinazione e grinta!

Verso che direzione andate come gruppo e che obiettivi avete per il vostro futuro?

Ci siamo sempre resi conto che il contesto delle gare non è adeguato ad una visione così
alta di questa disciplina artistica. Ciononostante è il più efficace (a livello di visibilità) che
finora abbiamo sperimentato. Abbiamo cercato di adeguarci ai limiti dei regolamenti (in
particolare i limiti di tempo e i limiti scenografici) ma soprattutto ai limiti derivanti dalle
rivalità tra i gruppi.
Pensiamo che l’arte non debba essere divisiva, ma abbiamo cercato di farcene una
ragione, cercando di insegnare anche ai nostri atleti e alle famiglie che li accompagnano
l’onestà e se non uno spirito artistico, almeno quello sportivo!
Siamo enormemente grati di tutte le possibilità che in questi anni abbiamo avuto di
mostrare i nostri lavori in ambito nazionale ed internazionale. Anche se ci siamo impegnati
molto per mediare tra le necessità del regolamento di gare e le nostre aspirazioni artistiche,
non era per niente scontato riuscire a competere con i gruppi italiani che sono cresciuti
tantissimo di livello in questi anni.
I nostri obiettivi sono di allargare la visibilità del pattinaggio a rotelle a contesti di tipo
diverso da quello delle gare senza abbassarne la qualità tecnica, di fare incontrare il
pattinaggio con altri tipi di arte e di mantenere alto il valore di questa disciplina sportiva di
cui siamo innamorati e che merita apprezzamento anche al di fuori dei circuiti a noi
conosciuti.

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