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Letizia Ghiroldi esempio di costanza e tenacia firma l’oro mondiale 2014

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L’ultimo atleta lombardo sul podio mondiale, c’è stato per tre volte.
Ricordiamo benissimo il tris di ori nel libero, combinata e obbligatori a Kaoshiung firmato Roberto Riva talentuoso monzese che delineò la storia del pattinaggio a rotelle italiano e lombardo, oggi finalmente lo scettro è passato a Letizia Ghiroldi campionessa nel libero, oro mondiale quest’anno a Reus in Spagna.

Ecco l’intervista per Skatingidea:

Come hai cominciato a pattinare? 
Mio zio Massimiliano Cotelli ha avuto una carriera mondiale da pattinatore in coppia artistico, secondo solo a Patrick Venerucci, e subito dopo ha subito iniziato a insegnare. Io a 4 anni, seguendo le orme familiari, ho messo i pattini per la prima volta. A 8 anni ho iniziato anche danza e mi piaceva molto ma a 10 anni ho smesso perché il pattinaggio era la mia vita e sarebbe stato trascurato!
Che rapporto hai con i tuoi allenatori?
Mio zio, che cura la parte tecnica, è quello un po’ più severo. Solitamente è quello che si arrabbia di più quando in pista c’è troppo rumore. Roberta, che cura la parte artistica e i montaggi, invece è quella più clemente, quando c’è qualcosa che non va ha sempre una parola di conforto per gli atleti!
In gara sono uno l’opposto dell’altro! Gestiscono la tensione in modo diverso. Mio zio non sta fermo un attimo e parla molto ricordandomi tutte le correzioni. Roberta invece tende a non esternare l’agitazione. Le raccomandazioni più frequenti da parte sua sono riguardo l’interpretazione e l’atteggiamento.
Un atleta è formato da tante componenti. Rispetto all’anno scorso abbiamo notato un netto miglioramento soprattutto per quanto riguarda la componente artistica. Come sono organizzati i tuoi allenamenti? Integri anche facendo sedute a secco?
Mi alleno in media 3/4 ore al giorno tra obbligatori e libero. In più quando faccio i montaggi faccio sedute di allenamento a parte. Inoltre a secco sono seguita da mio zio che gestisce la preparazione atletica e da Sisina Augusta per la coreografia a secco.
E con tutti questi allenamenti come fai a scuola?
Il liceo classico mi porta via un sacco di tempo per lo studio e devo utilizzare le ore serali e alle volte notturne della giornata. Secondo me, però, il fatto di fare così tanti allenamenti mi permette di organizzare bene la giornata e quindi anche nei momenti di studio sono più efficiente.
Dietro ogni atleta c’è un team e quando si vince lo si fa tutti insieme, a chi devi il tuo successo mondiale?
In primis i miei allenatori Massimiliano Cotelli e Roberta Panada senza i quali non sarei arrivata alla medaglia d’oro, la mia famiglia, mia nonna che mi scarrozza tutti i giorni, zia Barbara, Sisina Augusta che cura i particolari della coreografia, tutta la società Pattinaggio Travagliato che mi sostiene in tutto e per tutto e chi mi procura i materiali sempre al top: Roll Line per il telaio e le ruote fenomenali ed Edea per le scarpe superlative.

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