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Alessandro Amadesi campione del mondo

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JUNIOR MASCHI LIBERO

1.Amadesi
2.Bordas
3.Burchfield
4.Sansone

JUNIOR MASCHI COMBINATA
1.Bordas
2.Sansone

JUNIOR FEMMINE LIBERO
1. Lambruschi
2. Giselle SOler
3. Mariotti

JUnior FEMMINE COMBINATA
1. Lambruschi
2.Giselle Soler
3.Elisabeth Soler
4. MAriotti

COPPIE ARTISTICO LIBERO
1.Amadesi Tarlazzi
2.De Benedictis Saltalippi
3.Picard Cherifi

COPPIE DANZA LIBERO

…in aggiornamento…

TUTTO IL MONDIALE… qui

Se qualche dubbio poteva essersi insinuato dopo la giornata di ieri che aveva fatto registrare negli short del singolo prestazioni non brillantissime, con la possibilità clamorosa che gli azzurri non vincessero alcun titolo in questa specialità, la risposta c’è stata, chiara e netta: due medaglie d’oro con Silvia Lambruschi nella gara femminile, il titolo del libero maschile con Alessandro Amadesi, ancora Amadesi campione mondiale nelle coppie junior con la partner-gioiello Rebecca Tarlazzi, la vittoria nella danza di Melissa Masini/Simone Cellarosi, il nono trionfo iridato consecutivo di Silvia Marangoni, altre medaglie a corredo di una giornata trionfale. Mentre le squadre straniere apparse più competitive, Argentina, Spagna, il team USA che mostra qualche timido segno di risveglio, coltivavano giustamente la speranza di dare una spallata al muro granitico della leadership azzurra, all’interno della Nazionale si era vissuta la vigilia della giornata conclusiva con serenità e tanta attenzione alla gestione della gara e al supporto psicologico da garantire ai ragazzi. La differenza è stata proprio qui, è emersa l’esperienza e la competenza di un gruppo di lavoro che riesce a tirare fuori il meglio dagli atleti in ogni situazione, anche quando magari non sono in condizioni superlative di forma.
La giornata si è aperta con la vittoria di Silvia Marangoni nell’inline, nono titolo mondiale consecutivo e la conferma di una superiorità netta rispetto alle avversarie: questo è quanto dice la pista. Al di fuori delle vicende agonistiche Silvia con la sua carica di simpatia e capacità di fare gruppo è diventata in questi giorni uno dei punti di riferimento per la squadra, una risorsa davvero preziosa. Nelle gare del singolo, quelle più attese proprio perché gli azzurri erano chiamati a battere un colpo, il primo a suonare la carica è stato Alessandro Amadesi. E’ un atleta che farà sempre discutere, grande talento e grandi prospettive, ma a volte qualche eccesso che ne limita le potenzialità: non so se il paragone può essere condiviso, a me per certi versi ricorda Samo Kokorovec. Le sue performance di ieri, nel libero e in coppia, fin qui sono stati i momenti migliori del Campionato Mondiale. Per battere lo spagnolo Bordas che si è mostrato avversario di tutto rispetto serviva la super-prestazione ed Alessandro è riuscito a fornirla, stampando una splendida catena triplo lutz/triplo rittbergher, mostrando le sue qualità di elevazione e ampiezza della parabola negli altri tripli, un pattinaggio fluido e scorrevole, quasi in suplesse.
L’altro azzurro Enrico Sansone, quarto nel libero e medaglia d’argento nella combinata, ha alternato cose ottime a qualche imperfezione, ha messo il triplo rittbergher poi magari è arrivato l’errore sul triplo toe-loop. Come bilancio complessivo per lui è stato comunque un ottimo campionato in cui ha confermato un trend di crescita fortissimo, nelle ultime due stagioni ha davvero cambiato marcia dal punto di vista tecnico e della proprietà stilistica.

Il nostro commento della trionfale giornata di chiusura delle gare juniores si conclude con le specialità di coppia dove si è fatto l’en plein senza vivere i patemi del singolo. Alessandro Amadesi, pochi minuti dopo il successo nel libero maschile, ha dovuto fare un rapido reset ed affrontare il programma conclusivo della coppia artistico con la partner Rebecca Tarlazzi. Erano ampiamente favoriti per la vittoria e non solo hanno centrato l’obiettivo ma hanno anche fornito la grandissima prestazione. Programma immacolato, impreziosito da un doppio axel lanciato da cineteca. E’ stato divertente osservare in tribuna le espressioni stupefatte degli appassionati stranieri che non avevano mai visto all’opera la nostra coppia, sbalorditi anche in relazione all’età di Rebecca: la sensazione di tutti è che siano nate due stelle destinate in futuro a scrivere pagine importanti in questa specialità. Hanno concluso un campionato esemplare anche Veronica Saltalippi/Angelo De Benedictis, bravi a riguadagnare dopo lo short la seconda posizione a scapito di Sherifi/Picard, non era scontato, la coppia francese già l’anno scorso aveva mostrato ottime qualità. Veronica e Angelo sono migliorati tantissimo dal punto di vista stilistico e grazie alla buona presenza fisica sono davvero una bella coppia da vedere in pista.
Tutto facile nella danza dove erano in gara solo le nostre coppie, un confronto in famiglia che si è svolto in un clima estremamente sereno con gli azzurri che si sono messi in buona evidenza. Nel mondo ovviamente ci sono altre coppie junior, alcune di buon livello, e la loro presenza avrebbe garantito una gara più coinvolgente e spettacolare: per varie ragioni non erano qui ad Auckland e siccome gli assenti hanno sempre torto diamo il giusto merito ai nostri ragazzi. Il titolo è andato aMelissa Masini/Simone Cellarosi, secondi lo scorso anno a Brasilia, che hanno condotto la gara fin dall’inizio eseguendo senza sbavature i programmi, evidenziando una buona tecnica di base e buone capacità espressive. Alle loro spalle si sono piazzati Greta Bettio/Gregorio Mazzini, all’esordio iridato, che hanno confermato il notevole trend di crescita delle ultime stagioni e si sono distinti per la personalità spiccata.

Proseguendo nel commento alle gare della giornata conclusiva per gli junior, passiamo alla finale del libero femminile. Anche in questo caso la situazione dopo lo short si era complicata, un erroruccio a testa delle nostre Lambruschi e Mariotti e i criteri di valutazione a livello internazionale dove spesso si pagano salti vistosamente tagliati (è una polemica aperta da lustri, inutile approfondire) avevano fatto sorgere qualche dubbio. Tra l’altro, per come si erano messe le cose, con la nostra Silvia Lambruschi e l’argentina Giselle Soler vicinissime sia nella graduatoria degli obbligatori sia in quella dello short, era chiaro che chi avesse vinto il libero avrebbe automaticamente conquistato anche l’oro della combinata. In estrema sintesi c’era il rischio di perdere due titoli in un colpo solo. Si sa, gli Dei da sempre amano gli audaci, saltare intero comporta una percentuale di rischio di gran lunga più rilevante e la divinità che regola le vicende del pattinaggio, a volte contorte ed incomprensibili per noi umani, ha rimesso le cose a posto, consegnando la doppia medaglia d’oro a Silvia Lambruschi e il bronzo nel libero a Valentina Mariotti. Va detto che complessivamente non è stata una gara da tramandare ai posteri per il livello delle prestazioni, ma anche grazie al lavoro prezioso dello staff dietro le quinte si è fatto quanto necessario per vincere e andare a medaglia, e questo per due ragazze all’esordio mondiale è comunque un grande risultato. Se Silvia nella sua giovane ma già strepitosa carriera aveva vinto quasi sempre in virtù della brillantezza tecnica e stilistica, questo oro di Auckland è frutto invece della determinazione e della caparbietà, doti in ogni caso indispensabili nel bagaglio del campione. Anche Valentina Mariotti esce benissimo dal suo primo Mondiale, promossa dalla categoria delle buone atlete al club più esclusivo di quanti rappresentano una risorsa importante per il pattinaggio italiano.

Sfoglia la galleria fotografica del fotografo ufficiale FIRS Raniero Corbelletti _ info@ranierocorbelletti.com

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