Si chiama Yuri una vita che continua ONLUS ed è l’associazione che la famiglia Bernardi ha fondato, a quasi due anni e mezzo dalla scomparsa del figlio, per continuare le azioni di solidarietà nate fin da subito in nome di Yuri. “Per noi essere diventati una Onlus è una cosa molto importante sotto tanti punti di vista – afferma Miriam Mattei, presidente della nuova associazione –. Da un lato significa che quello che stiamo facendo è sempre più importante e sempre più strutturato. Dall’altro significa che i nostri sforzi si sono concretizzati e le persone che stiamo aiutando possono contare su di noi vedendoci come un punto fermo, una presenza costante che, anche se da lontano, pensa a loro. Ultimo, ma non meno importante, essere una Onlus ci permette di beneficiare anche delle donazioni del 5 per mille che ognuno può decidere liberamente di fare al momento della propria dichiarazione dei redditi”
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Un futuro che si è spezzato mentre Yuri, con il suo scooter, consegnava pizze a domicilio, un’occupazione che gli permetteva di non pesare troppo sulla famiglia. Una famiglia che ha saputo essere forte e che ha preso la decisione di donare gli organi del figlio perché quanto di buono era in Yuri servisse ad altre persone. Con quanto raccolto al funerale poi, oltre a un’importante donazione all’ANT, la famiglia Bernardi ha adottato a distanza due bimbi boliviani del villaggio di Hardeman che portano il nome di Yuri e Alice. A un anno dalla scomparsa, per ricordarlo, è stato organizzato un grande evento sui pattini dal titolo “Yuri…una vita che continua – Concerto su otto ruote” il cui ricavato è stato interamente devoluto a sostegno del “Progetto Bolivia – Operazione mattone su mattone” che ha l’obiettivo di sostituire le capanne in cui vivono le famiglie boliviane con case di mattoni.