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Rachele Campagnol intervistata da Risport Skates

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Tutti gli appassionati di pattinaggio artistico conoscono Rachele Campagnol, campionessa del mondo junior Solo-Dance e Coppie Danza. Pochi invece sanno che Rachele vive a Murano, l’isola della laguna veneziana dove hanno avuto origine le sue fortune sportive.

Passeggiando per le valli chiediamo curiosi a Rachele: com’è vivere in un’isola?
A volte è limitante, soprattutto per giovani: faccio 200km al giorno per allenarmi, i divertimenti sono distanti e non c’è molta riservatezza perché tutti ti conoscono. Però è rilassante, si vive senza fretta, e comunque è un’isola davvero affascinante.

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Grazie ai successi nazionali e mondiali Rachele ha trovato anche una cerchia di affiatati sostenitori, quasi tutti legati alla professione per antonomasia di Murano, l’arte del vetro, un antico mestiere che, come il pattinaggio, racchiude duro lavoro, gesti veloci, precisione e bellezza artistica.

Di prima mattina incontriamo i fratelli Seguso, proprietari dell’omonima fornace, che hanno ereditato dal 1397 i segreti di questa nobile arte. Gianluca ci racconta che il padre Archimede non si accontentava mai: Volete sapere qual è l’opera più bella? – diceva – Quella che farò domani! Seguendo questo spirito, la fornace Seguso ha saputo innovarsi rispettando al contempo la tradizione artigianale: candelabri di gusto classico ne hanno realizzati per i più grandi musei del mondo (MOMA, Albert Museum), ma ora propongono anche arredi e ornamenti in stile più moderno e di design.

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Proseguendo nel nostro percorso arriviamo alla scuola d’arte vetraia Abate Zanetti, dove ci accoglie il maestro Giancarlo Signoretto e il suo gruppo di lavoro. Siamo decisamente fortunati nel vedere di persona come viene lavorata la pasta di vetro, incantati dai movimenti e dalle tante mani all’opera, cercando di indovinare colori e forme. Proprio a Rachele in passato era stata dedicata una scultura di vetro del pattino, un simbolo dei suoi numerosi successi e del suo legame con la comunità.

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Lasciata la scuola, ci dirigiamo verso l’Hotel LaGare, un’ex fornace rinnovata completamente in un moderno e lussuoso edificio. La direttrice Pamela Merlini ci guida tra hall, suite, corridoi e salotti ed ovviamente anche qui ritorna il tema del vetro questa volta sotto forma di esposizione dei più grandi artisti muranesi, quali Carlo Scarpa, Toni Zucheri e Gae Aulenti. Usciti all’esterno, Rachele incontra un amico di lunga data, Andrea Juliano, che circostanza vuole è diventato da poco chef dell’hotel: foto e chiacchere sono riti irrinunciabili anche a Murano.
Dopo un pranzo con piatti tipici della cucina veneziana, continuiamo la nostra intervista a Rachele.

Entrambi i tuoi genitori sono stati atleti agonisti. Hai preso da loro la passione per lo sport e lo spirito di sacrificio?
Si. Mia madre e mio padre fin da quando ero piccola mi hanno educata a mantenere qualsiasi impegno fino alla fine e mi ricordo benissimo che anche la mia dieta era molto equilibrata nonostante non facessi ancora nessuna attività agonista.

Quali sono le emozioni che provi in pista? Come esorcizzi la tensione nel pre-gara?
Nonostante siano passati molti anni dalla prima gara, quando entro in pista provo sempre la stessa gioia di quella Rachele di 8 anni che ha fatto il suo primo campionato; nel pre-gara la tensione la esorcizzo con della buona musica e leggendo un libro, ma comunque non svanisce.
Passiamo ora a qualche domanda sull’allenatore che ti segue fin da bambina.

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Qual è il rapporto con Boris?
Boris è come un secondo padre per me. Mi ha praticamente cresciuta e continua tuttora a farmi maturare sia dentro che fuori la pista. Abbiamo un rapporto davvero speciale, lui per me è insostituibile.

E come disciplina, ti piace di più la solo dance o la coppia dance?
È impossibile dire cosa mi piaccia di più tra le due specialità. Provo due emozioni completamente diverse… In coppia sono più tranquilla perché accanto a me ho qualcuno che mi sostiene e mi da la forza, Alberto è come un fratello ormai.

A proposito di Alberto, con cui hai vinto un mondiale, come fate a trovare la giusta sintonia?
Io e Alberto facciamo coppia dal 2012; dopo pochi mesi mi sono infortunata gravemente alla caviglia durante un allenamento e penso che quel l’episodio ci abbia messi entrambi alla prova, ci ha fatto avvicinare molto. Se in una coppia non c’è sintonia non può funzionare… Noi siamo fortunati.

Consiglieresti ai giovani ragazzi una vita da atleta professionista? Perché? Cosa ti ha dato lo sport?
Consiglierei a tutti di fare sport perché riesci a diventare una persona migliore e a sfogare tutti i tuoi sentimenti in qualcosa di positivo, restando fuori da tutti i brutti vizi che al giorno d’oggi sono considerati “normali”.

Qual è stato il tuo momento più bello e quello più duro finora vissuto?
Non c’è stato un momento più bello, mi piace pensare che il meglio deve ancora venire. Quello più duro invece è stato nel 2012 quando mi sono rotta la caviglia e mi hanno operata tre volte.

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E invece hai un aneddoto da raccontarci, un momento simpatico della tua vita sportiva?
Quando ero piccola prima di entrare in gara avevo un sacco di paura e tendevo a tirarmi indietro e a non affrontare a testa alta le difficoltà. Finita la gara visto che nel disco avevo omesso alcune difficoltà perché avevo paura di cadere… Boris mi tirò un rotolo di carta igienica in pista; da quel giorno che mi sono vergognata un sacco, ho sempre cercato di dare il meglio di me.

Concludiamo con la più classica delle domande: cosa ti auguri per il tuo futuro in ambito sportivo e professionale?
Mi auguro di continuare su questa strada… Nella categoria senior ovviamente è più complicato… Ma sono fiduciosa che con il tempo riuscirò a ricavarne delle belle soddisfazioni… Già quest’anno nel primo anno di categoria andare a fare un mondiale non è da poco.

Un ringraziamento davvero sincero a Rachele da tutto il team Risport.
Per vedere tutte le foto, clicca Rachele Campagnol – Murano 2015

di Andrea Paglia

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