skatingidea logo
Cerca
Close this search box.

Cristina Pelli e Patrick Venerucci, le meraviglie continuano sul ghiaccio.

SHARE

Cristina Pelli e Patrick Venerucci firmano la loro carriera nel mondo delle coppie artistico anche nel settore del pattinaggio sul ghiaccio, ultima impresa riuscita, la firma di campioni italiani 2016 con Matteo Guarise e Nicole Della Monica.

Sulla tavola di Skatingidea riflessioni e grandi esperienze.

Quando e per quali ragioni sono iniziati i vostri contatti con il ghiaccio?
Cris: Sono stata contattata da Matteo Guarise dopo le ultime Olimpiadi perché sentiva il bisogno di avere il riferimento di un tecnico di coppia che lo conoscesse bene sia caratterialmente che tecnicamente

Ora Cristina sei ufficialmente una delle due allenatrici della coppia Guarise-Della Monica, come si è arrivati a tale decisione? Quali le motivazioni?

Cris: Sì. Siamo giunti a questa decisione sia per apportare un supporto tecnico, sia perchè dopo un anno passato a conoscerci, con Nicole e Cristina Mauri, la responsabile tecnica del Forum, abbiamo visto che il team funzionava…  10363855_10205268317808801_609853981947456889_n
11066142_10206963473749800_3974843112793523576_n

Con che frequenza segui gli atleti on ice? E ci sono elementi a te affidati in maniera specifica all’interno della preparazione di questa coppia? Se si quali sono e perché?
Cris: 2/3 giorni ogni 15 giorni vado a Milano e nei periodi prossimi alle gare, ogni settimana. Principalmente mi occupo degli elementi di coppia, poi di tutto ciò che può servire per contribuire alla realizzazione positiva del tutto, da chi fa i costumi a chi propone le musiche, ecc.11066142_10206963473749800_3974843112793523576_n

Ti segue anche Patrick in questa avventura on Ice? Quale pensi sia stato il contributo che hai/avete portato a questa coppia? Cris: Quando Patrick può mi aiuta per i sollevamenti. Siamo un team di varie persone e ci abbiamo messo un anno per capire come gestirsi tutti insieme, non saprei dirti quanto abbia inciso il mio contributo o in che modo, sono solo contenta che il lavoro di tutti stia avendo i primi frutti

Oltre aiuto pratico che mi hai scritto credi il tuo intervento abbia dato più sicurezza psicologica alla coppia?
Cris: Penso che la mia esperienza di anni nel gestire atleti adulti di alto livello abbia dato a loro una certa tranquillità, in ogni caso i ragazzi sul lato psicologico sono seguiti da professionisti specializzati in questo.

A quali competizioni  avete assistito dall’inizio dell’avventura e a quali potremo rivederti nel kiss&cry?
Cris: Io lo scorso anno ho seguito italiani, europei e mondiali e a fine gennaio 2016 andrò agli europei a Bratislava10968513_10205002782302829_9000104718275970000_n

Vi abbiamo visto, in estate, anche con atleti non italiani, avete collaborato anche con loro? E, hai/avete collaborato con altri atleti italiani?
Cris: Sì, abbiamo collaborato con altri atleti italiani. Sì, siamo andati a Baselga di Pinè dove Matteo e Nicole si allenavano insieme alla squadra russa di Nina Moser, nel loro stage estivo, e c’è stato uno scambio tecnico, durante il quale a Patrick e’ stato chiesto di collaborare sui sollevamenti; esperienza più che positiva….

Pat: Speriamo continuare a collaborare con loro, apprendendo e portando la nostra esperienza che viene dalle rotelle e di sviluppare insieme qualcosa di veramente grande. Per noi è molto bella questa collaborazione.11836817_10207652254770250_6654035421514333349_n

A detta di molti veterani che seguono il mondo del ghiaccio, lo short di Matteo e Nicole al Bompard ha destato grande attenzione, ovvero “è piaciuto molto a molti”. Vuoi la musica (memorabile conoscenza per la scuola riminese), vuoi la presentazione del programma, vuoi la trasformazione della coppia e di Matteo in particolare, che si presenta regale e maestoso ma ora anche sicuro patner e di qualità in una vera coppia artistico su ghiaccio; consistente, sicura, veloce, curata, elegante. I risultati di Varsavia hanno confermato questa impressione ed il titolo italiano ne è stato il suggello. Cosa è successo? E’ maturato o cambiato qualcosa nella preparazione o nella mentalità che possa spiegare questa fioritura?
Cris: Sicuramente sta venendo fuori il lavoro di più anni, inoltre i ragazzi hanno raggiunto la consapevolezza di potercela fare nei momenti importanti e hanno trovato un team adatto alle loro esigenze, in più quest’anno le scelte musicali sono state molte azzeccata per le loro qualità.
Cris: Io mi trovo molto bene con Cristina Mauri e questo ci aiuta a gestire insieme la coppia, lei ha il ruolo più gravoso perchè essendo a Milano li allena tutti i giorni….

Quali sono gli obbiettivi agonistici per la coppia in questa stagione sportiva?

Cris: Gli obbiettivi sono quelli di migliorare la posizione rispetto allo scorso anno e di presentare i due programmi di gara al massimo delle loro potenzialità

Ed ora qualche impressione…
Come vi siete trovati nell’ambiente del ghiaccio? E quali le sensazioni provate in questa esperienza? E ancora, cosa manca a “noi” e cosa non hanno “loro”? Quali spunti potrebbe cogliere il mondo rotellistico da quello on ice? E….viceversa?
Cris: Io personalmente mi sono trovata molto bene, di differenze ce ne sono, a partire dalla superficie e l’attrezzo che permettono di avere una velocità e una destrezza a noi negata, ad un regolamento tecnico molto più severo che da più spazio all’oggettività che soggettività … Poi il ghiaccio è molto più seguito dai media e dalle potenze mondiali come Russia e America, quindi è tutto molto più professionale…..

Hai parlato di una maggior professionalità nel mondo del ghiaccio. Immagino tu intenda che tutto è più chiaramente strutturato, che ci sono team di professionisti a fianco degli atleti, che ci sono maggiori risorse in termini di strutture e ausili tecnici, modelli organizzativi relativi agli allenamenti e alle progressioni tecniche. Nelle rotelle ancora non ci sono sovrastrutture capaci di una simile organizzazione sebbene in tal senso si lavori e si migliori, ma come dicevi, la diffusione in stati quali Russia e America, in questo fa la differenza (forze lavoro).

Se così è per la professionalità, sul lato della qualità il mondo rotellistico azzurro ha eccellenze non così numericamente riscontrabili nel mondo ghiaccio italiano. Tutto ciò dipende fondamentalmente, anche qui, dai numeri, quanti tecnici, atleti, società ci sono di rotelle? A questo punto potrebbe essere interessante che il ghiaccio italiano attinga qualità dal mondo rotellistico e le rotelle potrebbero beneficiare di questo affiancamento in termini mediatici e cercando le risorse umane, per ispirarsi alla professionalità del ghiaccio.
Entrambi evolverebbero. Credi sia auspicabile? Sarà possibile?

Cris: Non saprei darti una risposta corretta, il ghiaccio, a livello mondiale, è pieno di coreografi qualificati, tecnici ad alto livello, noi forse data la difficoltà dell’attrezzo abbiamo dovuto studiare tante tecniche per arrivare ad un così alto livello, loro sono più facilitati dall’attrezzo, inoltre per certi versi sono due sport diversi. Certo è che qualora dovesse esserci un movimento dalle rotelle al ghiaccio, cosa ovviamente più possibile in Italia dove nella dimensione rotelle non mancano allenatori, teste e tecnici di altissimo livello, è necessaria competenza, passione, tanta umiltà e voglia di confrontarsi per dare ed apprendere per poter riuscire a stare in un ambiente tanto professionale e comunque diverso. Come è successo per noi si entra in punta di piedi, si guarda, si cerca di capire, si è disposti a rivedere alcune posizioni in funzione della diversità del mezzo che porta a velocità molto maggiori. Poi tutto evolve naturalmente se ci sono alla base anche la competenza e l’intelligenza necessarie. Certo è anche che, in termini di professionalità, nel mondo rotellistico si potrebbe fare di più. Non abbiamo risorse numericamente così consistenti in termini umani ed economici, ma sarebbe utile, anzi necessario, traendo spunto anche dal ghiaccio, trovare nuove soluzioni in particolare perché vi sia maggior rispetto degli atleti che sono, ad alto livello, anche nelle rotelle, dei professionisti. L’accesso al bordo pista, agli spazi dedicati agli atleti prima della gara, la possibilità di riscaldarsi, la puntualità…..10595855_10203661891181389_277686994_n

Patrick, siamo incuriositi dalla nuova esperienza rotellistica che hai condiviso con Laura Marzocchini ed Andrea Aracu in Russia. Ci puoi spiegare bene di cosa si trattava e di come avete fatto tu, Laura ed Andrea ad essere coinvolti in questo spettacolo?

Ogni anno in Russia vengono organizzati spettacoli di pattinaggio su ghiaccio all’aperto nel periodo natalizio. Quest’anno gli organizzatori volevano provare a realizzare un evento in estate sulla Piazza Rossa, ma ovviamente sarebbe stato difficile mantenere il ghiaccio, perciò hanno deciso di optare per pattini a rotelle, in linea però, in quanto più vicine al pattinaggio su ghiaccio. Essendo la prima volta che si sperimentava uno spettacolo del genere hanno ritenuto necessario contattare atleti noti e con esperienza anche in termini di spettacolo, del pattinaggio a rotelle. Gli organizzatori si sono così rivolti alla federazione ghiaccio, han guardato video su you tube e hanno scelto gli atleti che più si addicevano alle loro necessità e che erano disponibili nel periodo dello spettacolo. Così io, Laura ed Andrea siamo stati contattati dal manager Andrea Vaturi che ha fatto da tramite tra noi, la federazione russa e i responsabili dello spettacolo. A questo punto ci è stata inviata la trama di ciò che saremmo andati a rappresentare ed il contratto.

Siamo stati in Russia circa diciotto giorni. Nei primi giorni abbiamo pattinato per quasi 24 ore al dì, con i piedi praticamente fumanti, ma si sa, in Russia si lavora così. In questo periodo iniziale siamo stati inseriti nelle coreografie già preparate dal gruppo (noi con pattini tradizionali, gli altri con pattini in linea) e poi ognuno abbiamo impostato i pezzi da solisti. Si trattava di una favola italiana degli anni cinquanta , che noi non conoscevamo…, “Cipollino” di Gianni Rodari.

Abbiamo messo in scena VENTI spettacoli, due al giorno, uno alle 18 e uno alle 20.

Le tribune era sempre colme di pubblico. Avevamo una pista preparata apposta con un mega scherno, un tunnel per cambi scena ed un grande allestimento dietro quinte con regia, trucco, sartoria, capelli; veramente un’organizzazione in grande, davvero professionale!

Il nostro ruolo nello spettacolo, per richiesta degli organizzatori, è stato anche un po’ più “caloroso”, “italiano”, infatti ci siamo spesso mescolati al pubblico e abbiamo coinvolto i bambini nello spettacolo e questo è stato molto gradito. In generale, poi, tutti sono stati molto contenti della nostra partecipazione, abbiamo ricevuto tantissimi complimenti, addirittura dal manager di Evgeni Plushenko che non immaginava il pattinaggio a rotelle fosse così sviluppato e vi fossero simili professionisti.

Per noi pattinare in un evento così in grande stile e soprattutto…. tra il teatro Bolshoi ed il Cremlino, sulla Piazza Rossa era come vivere un sogno. Inoltre eravamo trattati come star perché in Russia, artisti e sportivi, soprattutto del ghiaccio, sono tenuti in grande considerazione. Nel cast c’erano atleti bravissimi, singolaristi, di coppia e pure giovani talenti; il livello tecnico dello spettacolo era veramente alto e nell’entourage poi, spesso erano presenti illustri campioni del ghiaccio.

Grazie a questa esperienza abbiamo infatti avuto il piacere di conoscere Maxim Trankov e

Fedor Klimov e di visitare il “tempio” delle coppie artistico ossia la pista in cui allena di Nina Mozer (che ora collabora anche con Nicole e Matteo).

Dalla tua esperienza quali percezioni hai avuto riguardo al legame Russia-pattinaggio?

Pat: Negli ultimi anni la Russia che da sempre riguardo al pattinaggio sembrava inarrivabile ed inavvicinabile, si è aperta molto a noi italiani. Ora iniziano a prenderci più in considerazione. Per noi russi, cinesi, americani erano i miti e gli esempi a cui tendere; in particolare per le coppie artistico la Russia è stata la nazione leader per gran parte del tempo. Ora vedere che c’è una certa apertura e riuscire anche a lavorare con loro e avere quindi la loro stima è al tempo stesso un sogno che si realizza ed una grande soddisfazione a livello personale.

Dopo i tour nelle piazze, lo stage federale delle coppie, le tantissime collaborazioni in Italia e all’estero, il film in India, lo spettacolo in Russia, i reportage di Patrick, l’attività presso la scuola di Rimini, le collaborazioni sul ghiaccio, l’attività nella FIHP e nello staff azzurro, quali i progetti ha il sodalizio Pelli-Venerucci per il futuro?

Cris: Continuare a fare un lavoro che ci piace, al meglio, cercando sempre nuovi stimoli e nuove scommesse per trovare una motivazione vincente….

Pat: Continuare per questa nostra strada; portare la nostra esperienza relativa alle coppie e anche ai singoli laddove ci troveremo a lavorare in modo da contribuire a portare il pattinaggio a livelli ancora più alti. Cambiare un po’ il regolamento relativo alle coppie artistico nelle rotelle, perché abbiamo visto che facendo questo sul ghiaccio sono riusciti a far crescere molto gli atleti a livello tecnico. Vogliamo anche migliorare la spettacolarità del pattinaggio in modo che una gara di artistico a rotelle possa essere un piacevole ed invitante spettacolo per un vasto pubblico, anche a livello televisivo. Questo potrebbe aiutarci ad arrivare col tempo a raggiungere il sogno olimpico.11737869_396755723861054_160538718759093539_n

Patrick, hai parlato di variazioni nel regolamento; queste richiederanno di più in termini di quantità o in termini di qualità? Sul ghiaccio il livello tecnico si è alzato tantissimo con il nuovo sistema di valutazione ed i nuovi regolamenti ma non pochi lamentano che nell’insieme la parte artistica sia rimasta un po’ schiacciata e sarebbe bello che questo aspetto fosse più salvaguardato almeno nelle rotelle.

Pat: Le variazioni al regolamento richiederanno maggiore qualità. Io, Cristina e Genchi stiamo lavorando al regolamento per le coppie che dovrebbe essere, queste sono le intenzioni, molto meno indulgente riguardo gli errori. Gli elementi dovranno essere tecnicamente più puliti. In questo modo saranno anche più piacevoli da vedere e più apprezzabili anche dal pubblico. Nel pattinaggio su ghiaccio ci lavorano da più tempo e con più risorse umane a disposizione per cui innovazione e migliorie ne hanno portate. Noi salvaguardando gli aspetti peculiari della nostra disciplina, possiamo lavorare per trarre spunto da questo mondo parallelo e creare innovazione, sperando sia, come è nel nostro intento, migliorativa per la disciplina.

A mio parere, per quanto riguarda la parte artistica, questa va di pari passo al livello tecnico e soprattutto dipende dalla corretta e pulita esecuzione della difficoltà. Inoltre ricordiamoci che questa dimensione dipende inevitabilmente anche dall’indole di ogni singolo atleta.

A mio avviso, quindi, meglio poco fatto bene che tanto fatto male; questo è il modo per tutelare la parte stilistica e quindi anche il complesso artistico.

Difficoltà side by side/difficoltà di coppia, il nuovo regolamento le valuterà con un peso uguale o diverso, premiando di più le difficoltà di coppia?

Pat: Ogni elemento ha ed avrà il suo peso, non ce n’è uno che vale di più di altri e la somma darà il punteggio finale. Se a parità di punteggio una coppia avrà avuto risultati migliori per gli elementi di coppia sarà maggiormente premiata.

La coppia artistico deve necessariamente avere tutto nel suo repertorio, dal bel pattinaggio, ai passi, ai salti e trottole in singolo alle difficoltà specifiche della coppia ed il livello di tutte queste difficoltà deve essere equilibrato ed omogeneo come omogenea ed affiatata deve essere la capacità di esecuzione delle difficoltà da parte di entrambe i patners della coppia che, infine, devono dimostrare anche un’ ottima intesa.

In una buona coppia si deve vedere intesa, affiatamento ed omogeneità, non deve esserci un elemento che eccelle rispetto ad un altro, tutto deve essere fatto allo stesso livello.

 

Grazie Cristina e Patrick per il tempo dedicatoci, per aver regalato tante meraviglie agli occhi degli appassionati e grandi emozioni durante tutta la vostra carriera rotellistica ed ora anche on Ice.

Grazie a voi, a Nicole, Matteo, Cristina Mauri per la gioia di questo grande risultato.

Grazie, infine, per aver fatto crescere la disciplina rotellistica costruendone la storia e continuando a scrivere pagine fondamentali; fondamentali e proliferi autori del libro chiamato…pattinaggio.

Intervista di Ilaria Botturi

Ultimi articoli

share

DISCOVER