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Prepararsi al mondiale 2008

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[slideshow id=648518346377429288&w=500&h=200]Iniziamo con le foto del galà premondiale, diamo un rapido sguardo a tutti gli atleti che porteranno in alto la bandiera italiana in Cina.
Raniero Corbelletti (fotografo ufficiale della FIRS e della FIHP dal prossimo anno) sarà fotografo ufficiale al campionato del mondo 2008 in Cina, ci terrà informati via foto! Ringrazio ancora Raniero per aver permesso a Skatingidea a far parte del suo stand fotografico in tutte le sue trasferte insieme a tutti i siti web con cui collabora. Si parte!

DOVE VANNO I NOSTRI ATLETI? Un pò di storia…
Lo stemma di Taiwan rappresenta un sole bianco su uno sfondo blu ed è anche lo stemma del partito Kuomintang e della marina militare della Republica di Cina (ROC Navy).
I dodici raggi del sole bianco rappresentano i dodici mesi e le dodici tradizionali ore cinesi che corrispondono ciascuna a due moderne ore.
La Repubblica di Cina (Taiwan) (cinese tradizionale: 中華民國; cinese semplificato: 中华民国; Wade-Giles: Chung-hua Min-kuo, Tongyong Pinyin: JhongHuá MínGuó, Hanyu Pinyin: Zhōnghuá Mínguó, Gwoyeu Romatzyh: Jonghwa Mingwo) è uno stato democratico e sovrano, composto de facto dal gruppo di isole di Taiwan, Pescadores, Quemoy, e Matsu ma, nella sua costituzione, include anche la Cina continentale e la Mongolia. Attualmente il nome “Taiwan” viene generalmente usato come sinonimo di Repubblica di Cina mentre il nome “Cina” indica usualmente la Repubblica Popolare Cinese che controlla la Cina continentale, Hong Kong, e Macao. Ultimamente il nome Taiwan è stato introdotto sul frontespizio dei nuovi passaporti ordinari rilasciati a tutti i cittadini taiwanesi, sottolineando ancora di più, de facto, l’indipendenza dalla Cina Popolare ed il riconoscimento a livello internazionale.Sia la Repubblica di Cina sia la Repubblica Popolare hanno continuato a sostenere specularmente di essere l’unica autorità legittima dell’intera Cina. Tuttavia, la comunità internazionale, praticamente senza eccezioni, scelse la Cina continentale come legittimo rappresentante. Durante la crisi dello stretto di Taiwan, nel 1958, vi furono scontri violentissimi, con le isole di Quemoi e Matsu cannoneggiate e danneggiate dall’Esercito cinese, e le loro guarnigioni assediate anche via mare. I cinesi comunisti non riuscirono a farle cadere in un mese di scontri durante il quale vi furono dure battaglie aeree, finite a favore di Taiwan, tra F-86 e MiG-15 e MiG-17 cinesi, grazie anche all’esordio dei missili AIM-9 Sidewinder, mentre gli USA, appoggiando Taiwan, schierarono unità da combattimento equipaggiate tra l’altro con i nuovissimi F-104, gli unici bisonici in servizio all’epoca, nettamente superiori ai caccia di produzione sovietica dei comunisti.
Dopo di allora, Taiwan continuò ad essere usata dagli americani come base avanzata contro la Cina: moltissime missioni di ricognizione vennero condotte da aerei di costruzione americana e palloni sonda. Gli RF-101 vennero dati ai Taiwanesi, ma è poco noto che il posto in cui vi sono state le maggiori perdite di U-2 è stato proprio il territorio cinese, con i missili SA-2 Guideline ed i caccia J-6 che ne hanno abbattuti almeno 5. Ovviamente, tutto questo non mancò di accendere proteste e crisi periodiche, come anche per le massicce forniture di armamenti americani ad un’entità politica che aspirava a ripristinare il controllo dei propri possedimenti continentali.
Taiwan ebbe quindi 160 F-104 Starfighter, oltre 300 Northrop F-5, oltre 30 cacciatorpediniere, circa 2 000 carri armati M-41/48 e una grande quantità di missili antiaerei HAWK e Nike Hercules, solo per citare alcune delle più importanti forniture. In seguito ‘la Fortezza sullo Stretto’ si è dotata di hangar corazzati contro i missili balistici cinesi e un sistema di difesa aereo polivalente con capacità antimissili, basato su radar da avvistamento precoce, HAWK modificati, Patriot e Tien Kung (modello locale in gran parte derivato dal Patriot); costo oltre 13 miliardi di dollari solo per i radar veri e propri. Programmi colossali per un’isola di 30 000 km², che si è distinta anche con una serie di ulteriori acquisti per 130 caccia leggeri Kung Kuo, 60 Mirage 2000 e 150 F-16, con un costo di diversi miliardi di dollari. Anche il numero di missili presenti, forse circa 10 000, è molto consistente e adatto ad una guerra di lunga durata.
Il dubbio che tutte queste armi siano sufficienti alla sola difesa dai cinesi è ovviamente grande, e va notato che effetivamente la sicurezza di Taiwan non risulta garantita, data l’elevata potenzialità degli economici missili balistici (circa 1 milione di dollari l’uno) che i cinesi costruiscono in grandi quantità: la Cina potrebbe lanciare contro Taiwan parecchie migliaia di missili balistici, ben più dei missili che si suppone potrebbero intercettarli (con circa 3-4 SAM per ciascun missile balistico). Inoltre, le mine cinesi potrebbero causare un grave blocco navale ai porti taiwanesi, essenziali per un paese che vive di commercio e non ha l’autosufficienza alimentare. In altri termini, Taiwan, 300 volte più piccola della Cina comunista, resta con un territorio molto più vulnerabile ad una campagna massiccia cinese di mine navali e missili, senza bisogno che i caccia degli opposti schieramenti si diano grandi battaglie o che le truppe da sbarco occupino Taipei.
Nel 1971 il Kuomintang perse il proprio seggio di rappresentante della Cina alle Nazioni Unite e nel 1979 gli Stati Uniti, rinnegando la precedente linea di condotta, smisero di riconoscere la Repubblica di Cina. Nel 1979, gli attivisti democratici tentarono di attirare l’attenzione dei media internazionali sulle sventure dei cittadini taiwanesi sotto la linea politica brutale dei nazionalisti. Il 10 dicembre di quell’anno, giorno dei diritti umani, gli attivisti democratici organizzarono grandi proteste nella città di Kaohsiung, pretendendo la fine della legge marziale e della linea politica repressive del governo nazionalista. Queste proteste vennero velocemente represse dalla polizia, e i capi della protesta vennero arrestati, accusati di sedizione e alcuni vennero imprigionati a vita.
Il presidente taiwanese Chen ha vinto le elezioni con la proposta di redigere una nuova Costituzione in cui risaltasse il carattere “sovrano ed indipendente” di Taiwan. Ha inoltre sciolto il Consiglio per l’Unificazione Nazionale, costituito nel 1990 per sovrintendere alla eventuale unificazione dell’isola con la Cina.Il governo della Cina ha reagito con una legge che stabilisce che qualunque tentativo di legittimare un autogoverno indipendente nell’isola mediante la modificazione della Costituzione taiwanese potrebbe avere come conseguenza un’azione militare da parte della Cina. Bush, al momento, ha chiesto a Taiwan di non modificare lo status quo ma ha anche avvertito che avrebbe fatto “tutto il necessario” per difendere l’isola da un attacco della Cina Popolare.Per molti esperti in caso di una guerra Cina-Taiwan,gli Usa non saranno in grado di intervenire a causa della potenza militare cinese nell’Asia-Pacifico e dallo stretto legame economico tra Washington –Pechino.
Una legge del Congresso obbliga gli USA a difendere militarmente Taiwan da un eventuale attacco cinese. È ovvio che il caso di Taiwan potrebbe portare ad una guerra tra Stati Uniti e Cina.
Negli ultimi anni, gli USA hanno circondato la Cina di basi militari. Ci sono truppe americane di stanza in Corea del Sud, Tagikistan, Kirghizistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Kazakistan, Afghanistan, Pakistan, Singapore, Indonesia e Filippine. C’è da dire che comunque, nonostante il ritardo sul piano tecnologico (che pure stanno rapidamente colmando in questi anni) le forze armate cinesi non hanno ragione di temere molto dagli americani, grazie anche ai legami che si stanno stringendo sempre più forti con la Russia.
Situazione geopolitica
Il governo taiwanese è deciso a non accettare nessuna proposta diplomatica cinese che possa limitare la sua libertà.Dopo che l’ONU ha dichiarato definitivamente nel 2007 che Taiwan è un problema interno cinese e dopo l’emanazione della legge cinese antisecessione del 2006, gli analisti militari si sono divisi in due gruppi di pensiero a riguardo della situazione geopolitica taiwanese: alcuni esperti sono d’accordo nel sostenere che Taiwan corre il rischio di essere occupata dalla Repubblica popolare cinese, mentre altri sostengono che ciò non sia possibile per via della tradizionale protezione degli USA accordata a quest’ultima.Ma negli ultimi tempi fra i giovani taiwanesi l’idea dell’occupazione di Taiwan da parte di Pecchino è diventata più credibile a causa del continuo crescere della potenza militare cinese nell’estremo oriente.
Le conseguenze di una eventuale occupazione cinese potrebbero portare ad un grave deterioramento dei rapporti tra gli USA (quindi la NATO), e la Cina (protetta anche da un sistema di alleanze reciproche tra alcuni paesi asiatici denominato SCO, detto “Gruppo di Shangai”, che sempre più prende il ruolo di un blocco asiatico anti-NATO sotto l’influenza cinese).
In tutta questa situazione di riarmo militare degli ultimi anni sia da parte del mondo occidentale che da parte di quello orientale, l’ONU è ancora limitato dalla volontà di alcuni paesi in possesso del diritto di veto (la repubblica popolare cinese stessa) che possono bloccare decisioni prese dalla maggioranza e da organizzazioni quali la NATO (Organizzazione del Trattato Nord Atlantico) e la SCO (Shangai Cooperation Organization) sempre più autonome e indipendenti, che gli impediscono di assolvere con efficacia il compito di mediatore e di arbitro internazionale.

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