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I Genitori dell’Atleta

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di Mauro dott.CAUZER e Nicoletta dott.LUCATELLO (Psicologi)
articolo preso da Maestro Mario Vitta
I Genitori devono evitare Pressione ed Ingerenze sui figli e sugli allenatori !!!
Nello sport a livello giovanile oltre ai giovani atleti, agli allenatori, ai dirigenti, esistono figure di estrema importanza che sono : i genitori.
Queste figure infatti possono stimolare positivamente i figli ma possono anche costituire un problema a causa delle loro aspettative rendendo i ragazzi troppo preoccupati per i risultati.
COME GESTIRE IN FAMIGLIA UN ATLETA

1) Ricordiamoche nei giovani il divertimento e il gioco e il piacere dell’eserciziomotorio,devono rappresentare gli obiettivi primari della praticasportiva.
a) Spesso i genitori, esercitando eccessive pressionisui ragazzi e nutrendo aspettative troppo elevate, che non tengono inconsiderazione le reali capacità dei figli, sono i veri responsabilidell’aumento dell’ansia e del conseguente abbandono dello sport in etàgiovanile.
b) Bisognerebbe evitare che ungenitore si sentarealizzato e magari compensato dalle sue frustrazioni quotidianeattraverso l’

affermazione del ruolo vincente del figlio.
2) Insomma i genitori che credono di avere sicuramente dei piccoli campioni in casa talvolta sbagliano e anche grossolanamente.
a) Ciò vale in modo particolare nel caso di ragazzi dotati, i qualisubiscono pressioni sempre più forti da parte di un ambiente sociale efamiliare che vede in loro, più che degli individui da supportare nella loro fragilità emotiva, dei potenziali campioni da spingere ai massimi livelli.
b) Spesso è più utile privilegiare lo sviluppo armonico dellapersonalità del giovane sportivo che l’ambizione a traguardidifficilmente raggiungibili !!!
3)I genitori dovrebbero incoraggiare e aiutare il ragazzo ad apprezzarela sfida che lo sport comporta, insegnargli a non arrendersi e asopportare la fatica, condividere con lui il sacrificio perottenere un obiettivo, fargli capire la stima per il suo impegno e chela sicurezza del loro amore sia di fronte ad una sconfitta che ad unavittoria.
a) Se i genitori sono stati atleti non dovrebberorivivere nel figlio la loro carriera sportiva ma rispettare la suaindividualità e il suo percorso agonistico e non opprimerlo con iconfronti.
b) Un problema è talvolta il rapporto tra genitori eallenatori. I genitori possono pretendere degli allenatori preparati,ma poi devono lasciarli lavorare in fiducia senza interferenze, nel tentativo di sostituirsi a loro o con l’ intento di agevolare i propri figli. Alloscopo di favorire un coinvolgimento positivo dei genitori nellaattività dei propri figli la National Alliance for Youth Sports proponeil seguente Codice Etico dei Genitori:

Codice Etico dei Genitori
Incoraggeròla lealtà sportiva manifestando un sostegno positivo verso tutti gliatleti, gli allenatori e i giudici di gara durante ogni competizione,ogni allenamento o altri eventi dell’attività sportiva

Il benessere fisico ed emotivo del mio ragazzo/a verrà prima del mio personale desiderio di Vincere
E’ necessario che mio figlio pratichi lo sport in un ambiente sano, sereno e sicuro
Sosterrògli allenatori e gli ufficiali di gara che lavorano con il mioragazzo/a allo scopo di incoraggiare l’affermarsi di un’esperienza chesia per tutti positiva e piacevole Chiederò che l’ambiente dimio figlio sia libero da droghe, tabacco, alcool e che ne sia vietatol’uso in tutti gli appuntamenti sportivi Mi ricorderò sempre che le gare sono per i giovani e non per gli adulti
Farò del mio meglio perché l’attività sportiva sia per mio figlio veramente divertente
Chiederòa mio figlio di trattare con rispetto gli altri atleti, gli allenatori,i tifosi ed i giudici di gara indipendentemente dalla loro razza,sesso, religione e abilità
Nello sport, come nella vita, ci sono anche le sconfitte.
Un buon genitore sa che per raggiungere un obiettivo si può anche soffrire, e qualche volta perdere.
Un buon genitore sa spiegare al figlio/a che deve ancora percorrere gran parte della sua strada.
Sa rafforzare la fiducia in se stessi, nei propri mezzi, nella propria personalità.
E’un duro allenamento, ma se ne esce sempre un po’ più forti di prima. conclusione….

Allenarlo anche a perdere è più importante che allenarlo a vincere.

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