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Dario Betti in esame dalla Consulta Nazionale a settembre

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dario betti

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Sto tirando il fiato, qualche giorno di relax a casa, a Perugia, prima di partire sabato per laSavoia, dove mi tratterrò per un mese a lavorare in quota, ai 1.850 metri di Courchevel. Sono curioso di vedere come reagirà il mio fisico in altura, dove non mi sono mai allenato in vita mia. Al massimo sulle rotelle andavamo a gareggiare a Roccaraso, non lontano da L’Aquila.

Di un lungo adattamento in altura, del tutto simile a quello dei calciatori in questo periodo di ritiri, vorrei cogliere tutti i vantaggi. Mi dicono che me ne gioverò in termini di resistenza, anche se all’inizio non sarà semplice. In quota mi giocherò l’adattabilità ai programmi di gara, sui quali mi sto applicando, ma c’è da lavorare tantissimo.

Parto con la mia … aguzzina di fiducia, Lucia Civardi, che dopo l’approccio iniziale, molto conservativo, ha deciso di strapazzarmi un po’. Nelle due ultime settimane mi ha torchiato a dovere, con un programma di lavoro che, a suo dire, ha tenuto conto dei miei miglioramenti. Lei se l’è cavata dicendo “Dario non sei più un rotellista, e si vede”. Poi ha aggiunto: “Adesso cominciamo a lavorare sul serio”.

Come se prima, per tre mesi abbondanti, avessimo scherzato.

Le voglio bene, l’ho perdonata, anche perché i frutti del suo lavoro, di quello di Barbara(coreografie), di Mirko (preparatore atletico) e Corrado (balletto) li ho verificati ogni volta che si sono presentati i componenti della Consulta tecnica della Federazione, settore artistico.

Che io fossi sotto esame lo sapevo, naturalmente, ma non avevo idea di come si sarebbero regolati, se mi avrebbero visionato di nascosto, oppure se sarebbero usciti allo scoperto. Quello che non immaginavo è che mi avrebbero supportato con una serie di consigli, suggerimenti. Stavano a bordo pista, visionavano, ogni tanto dicevano la loro. Ero “sotto osservazione” ma questo poteva voler dire “sorvegliato speciale” oppure uno eventualmente da correggere. Quel che è successo, quand’era il caso.

Sul ghiaccio ho cominciato dalla … scuola materna, oggi sono già alle elementari ma abbiamo imboccato un percorso. Quanto sarà lungo e dove mi porterà non lo sa nessuno.

So soltanto che il 14 settembre è un giorno speciale perché ci sarà il test di valutazione dei sei italiani che si producono nel singolo maschile. Ci sarò anch’io, la Consulta mi ha inserito nel lotto degli atleti d’interesse nazionale nonostante io pattini da pochi mesi. Confesso che la designazione mi ha molto inorgoglito e stimolato.

Il migliore del test parteciperà a una gara a Obersforf (Germania) in ottobre nel tentativo di qualificarsi per l’Olimpiade di Sochi, dove nessun azzurro al momento è ancora ammesso.

Quanto alle mie prime gare, quelle che servono per acquisire punti a livello internazionale, l’Agorà – il mio team – ha inoltrato le richieste in Federazione. Presto arriveranno le conferme. Non vedo l’ora di cimentarmi.

Alla prossima, da Courchevel.

 

Dario Betti

 

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